Cartoline dalla trincea

Formato cm 21×29,7, copertina rigida, € 25,00

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Descrizione

Cartoline dalla Trincea

di Maurizio Mercuri

La storia insegna che l’Amore esiste ed è più forte e soprattutto resistente delle guerre che, nei secoli, hanno macchiato di sangue le nostre “civiltà”.

Giacinto ci ha lasciato una storia d’amore verso la sua famiglia, indelebile per la potenza emotiva che cela (e neppure troppo) attraverso la formalità delle cartoline militari.

Una riflessione facevo e continuo a fare leggendo le pagine nelle quali Giacinto ci racconta la sua esperienza di soldato al fronte: la famiglia, anzitutto, e la sua mancanza ai tempi della guerra.
Padri, madri, fratelli e sorelle diventano i caposaldi di chi si trova catapultato sulle linee nemiche e si trova ad affrontare il terrore delle perdite.

Non è, questo, un tentativo di evitamento della realtà, quanto invece di presa di coscienza, singolare e collettiva, di quali siano e rimangano i valori più veri nei momenti più tragici che le guerre, quelle di tutto il mondo e di tutti i tempi, creano in chi è destinato a viverle e soprattutto a sopravviverle.
Giacinto come Apione; Apione come Heifu e Jing: Apione era una recluta egiziana dell’esercito romano; Heifu e Jing erano due soldati cinesi, fratelli, impegnati in una campagna militare in Cina meridionale nel III secolo a.C..

Cosa mette in comune Giacinto, Apione, Heifu e Jing? Le loro lettere; tutte spedite attraverso i canali di corri- spondenza militare, nei rispettivi contesti di tempo e luogo; il significato delle loro parole, tutte rivolte a madri, padri, sorelle e fratelli, ed alla mancanza dei beni primari per affrontare gli impegni bellici. Mancano scarpe, abiti adatti ad affrontare il duro lavoro della guerra, cibo talora, ed i danari necessari per comprarli…

Le lettere di Apione e dei fratelli Heifu e Jing vennero scritte millenni prima delle cartoline militari del nostro Giacinto Gerli, eppure sanno degli stessi sapori: malinconia, solitudine, speranza.
Apione scriveva a suo padre, Epimaco, che viveva in Egitto, e che ricevette tramite i corrieri militari il papiro scritto dal figlio mentre si trovava al porto militare di Miseno, dove era di stanza la

flotta greca, durante il II secolo, lo lesse e poi lo tenne da qualche parte in casa e 2000 anni dopo gli archeologi lo scoprirono tra le sue rovine.

Maurizio Mercuri

Informazioni aggiuntive

Dimensioni 21 x 29 cm

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