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In una traduzione nuova e completamente rivista dal testo originale da Massimo Giannotta, la ballata del vecchio marinaio racconta la storia di un favoloso viaggio, segnato dalla fatalità e dalla sfortuna. Un giovane invitato a un festino di nozze viene fermato da un vecchio marinaio e da questi trattenuto, contro la propria volontà, ad ascoltare la sua straordinaria avventura. Così egli inizia la narrazione e racconta della sua nave che dopo la gioiosa partenza, giunge nelle estreme latitudini australi in un paesaggio di gelo e di desolazione e, assediata dai ghiacci, si imbatte in un albatro, uccello di buon augurio, riesce a disimpegnarsi e a dirigersi di nuovo, grazie a venti propizi, verso i più miti climi equatoriali. Ma per un inesplicabile sussulto di gratuita perversità, il marinaio colpisce a morte il grande uccello. La nave allora entra in panna, i naviganti sono sottoposti ai tormenti della sete fino all'incontro con una nave fantasma sulla quale gli spettri giocano a dadi le vite dei marinai rapendole tutte tranne quella del vecchio marinaio. Così, abbandonato nella sua nave tra i compagni morti, in acque
inquietanti e magate, tra prodigi e dolore, il marinaio compie un lungo
viaggio che si conclude magicamente al porto di partenza, dove la tragica
nave infine s'inabissa lasciandolo solo superstite, con i suoi rimorsi.
Grande metafora del poeta che, come il vecchio marinaio, è portatore
di una oscura colpa, condannato come lui sempre a narrarla a qualcuno che
la raccoglierà e se ne caricherà parte del peso.
L'Autore Sarnuel Taylor Coleridge (1772 - 1834) rimase orfano del padre,
un pastore anglicano, ad otto anni, e venne mandato a studiare a Londra
al Christ's Hospital , a spese della comunità. Interessato a problemi
sociali, appoggiò da giovane la rivoluzione francese e lavorò
al progetto della Pantisocrazia, una sorta di società ideale da
costruire nel nuovo mondo.
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Edizioni Ireco © 2008 |
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